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venerdì 7 marzo 2014

CINQUE DOMANDE A MONTI, SABATINI, VERNA ED ANTINELLI




In attesa del big match di domenica sera al San Paolo, che vedrà fronteggiarsi Napoli e Roma nella sfida che potrebbe riaprire o decidere in via definitiva la lotta per il secondo posto e, quindi, per l’accesso diretto alla Champions League, abbiamo deciso di intervistare eccezionalmente quattro giornalisti, due napoletani, Gianluca Monti (Gazzetta dello Sport) e Carlo Verna (Rai), e due romani, Alessandro Antinelli (Rai) e  Sandro Sabatini (Sky) sulle squadre della loro città natale. Ecco a voi le considerazioni che hanno rilasciato al nostro blog, rispondendo alle seguenti domande:

1) Come si potrebbe risolvere il problema della discriminazione territoriale?
2) Qual è il giocatore "avversario" che vorresti in squadra? Perché?
3) Innovazione tecnica e mentalità: più importante l'avvento di Garcia o di Benitez?
4) Questione stadio di proprietà: ci sono novità?
5) In prospettiva, per l'anno prossimo: dove e come intervenire per potenziare le rose di Napoli e Roma?
6) Risultato finale al San Paolo domenica?




1) Come si potrebbe risolvere il problema della discriminazione territoriale?

Gianluca Monti:
Parlandone il meno possibile. Può sembrare paradossale ma ho la mia teoria: si fa della discriminazione territoriale un gran parlare e si è venuto a creare un fenomeno, anche per spirito di emulazione, come qualche anno fa, quando sembrava che in Italia nessuno avesse altro da fare che lanciare i sassi dai cavalcavia: più se ne parlava, più si alimentavano i mitomani. Purtroppo, anche oggi, più si parla di questi ignoranti e più si alimenta l’ignoranza negli stadi e nelle persone che li frequentano. Quindi, può sembrare paradossale ma l’unico modo per combattere il fenomeno della discriminazione territoriale è parlarne il meno possibile. 


S. Sabatini:

Innanzitutto ignorando "quei" cori. E, poi, con l'educazione e il tempo. Mi sembra una moda, spero passeggera.

C. Verna:

Non è semplice, perché è una vicenda che non riguarda solo il calcio, per cui delle tensioni sociali di un certo tipo, che hanno a che fare con la nostra società, vengono portate all’esasperazione negli stadi. Le sanzioni sono certamente l’unica risposta possibile, l’unica strada che possa perseguire il calcio: credo che la Roma si sia resa conto di che cosa significhi giocare senza tifosi contro l’Inter. Del resto, è una questione di crescita civile, perché il razzismo non si manifesta solo negli stadi e non è un fenomeno che accade all’improvviso: al Sud, abbiamo subito molta discriminazione territoriale, anche a causa di una forza politica che ha fatto di tutto perché tale atteggiamento si realizzasse, ritenendo che bisognasse prestare più attenzione al Nord che al Sud, non si sa bene per quale ragione.

A. Antinelli:

Individuare con le telecamere chi fa certi cori e certi striscioni ed espellerlo dagli stadi per 5 anni. Far funzionare, insomma, una legge che non ha mai funzionato.



2) Qual è il giocatore "avversario" che vorresti in squadra? Perché?


G. Monti:

Benatia. Anche grazie al lavoro di Garcia e al contributo degli esterni, è riuscito a dare alla Roma l’equilibrio difensivo che le mancava persino con un signor difensore come Marquinhos. Ha cambiato volto anche a Castan, con la maggiore capacità, rispetto allo stesso Marquinhos, di temporeggiare di più, di intervenire solo quando strettamente necessario, di giocare molto vicino all’altro centrale. Marquinhos, forse, era anche più bello da vedere di Benatia ma il marocchino ha avuto un grandissimo impatto di sostanza sulla difesa della Roma. E, per il Napoli, aumentano i rimpianti.

S. Sabatini:

Il giocatore che ammiro di più del Napoli è una sorpresa: Jorginho. Intravedo il centrocampista leader, dal gioco moderno.


C. Verna:

Direi Totti, se non fosse nella fase discendente della sua carriera, perché è stato uno dei più grandi giocatori italiani. Al momento, c’è un rammarico: non aver preso Strootman, che era uno degli obiettivi del Napoli durante il mercato estivo. Potrei dire anche Pjanic ma per Strootman c’è un vero e proprio rimpianto,come per Nainggolan, acquisti non effettuati che valgono doppio, nel senso che non solo De Laurentiis non li ha portati al Napoli, ma sono andati a rafforzare anche una diretta concorrente, laddove ci sarebbe bisogno di una rosa più lunga per poter competere efficacemente su tre fronti.


A. Antinelli:
 Higuain. Pochi hanno il suo senso del gol.



3) Innovazione tecnica e mentalità: più importante l'avvento di Garcia o di Benitez?

G. Monti:

In questo momento, Garcia è più avanti nel suo percorso, probabilmente per il fatto che può lavorare sulla sua squadra per una settimana intera; di conseguenza, con un maggior numero di allenamenti, è riuscito ad entrare di più nella testa dei giocatori e a far capire loro ciò che vuole da un punto di vista tattico. Resta il fatto che, comunque, Benitez sta facendo un ottimo lavoro.

S. Sabatini:

Più importante Garcia. Ma per un motivo semplice: aveva più margini di miglioramento alla Roma, rispetto alla situazione ereditata da Benitez al Napoli.

C. Verna:

Se guardiamo la classifica, diciamo l’arrivo di Garcia, perché ha una ventina di punti in più della Roma dell’anno scorso, il che è sinonimo di un cambiamento totale rispetto alle prestazioni del campionato precedente. Tuttavia, sono molto contento che il Napoli abbia cambiato allenatore, perché, mentre con Benitez vedo una prospettiva più ampia, una maggiore possibilità di crescere con un buon mercato estivo, mi sembra che Mazzarri fosse arrivato al limite, anche con dichiarazioni del tipo: ‘Perdiamo dieci punti giocando Champions’, che rischiavano di creare una sorta di alibi e far perdere anche più punti di quanto preventivato. Pertanto, se guardiamo i numeri, l’arrivo di Garcia è stato più incisivo ma, se si pensa al futuro, entrambe le squadre hanno fatto un ottimo investimento per l’allenatore.



A.Antinelli:

Si tratta di due situazioni diverse. Garcia da' mentalità, gioco e struttura a un ambiente rifondato. Benitez regala una cultura di gioco europea a una squadra già ben strutturata.



4) Questione stadio di proprietà: ci sono novità?

G. Monti:

No, che io sappia. È stata rimandata la proposta del Comune al Napoli e, secondo me, c’è ancora da lavorare su alcuni dettagli da limare nelle rispettive posizioni di debito e credito, prima che sia ratificata e che i soldi arrivino alle casse del Comune. Resta, comunque, una brutta storia, perché non bisognava arrivare alla situazione attuale. Certo, non parliamo di un normale fitto di un locale ma di un impianto da sessantamila posti, però è sempre brutto quando c’è una morosità, a prescindere dai lavori per circa due milioni di euro che il Napoli comunque ha effettuato nella struttura di Fuorigrotta e che non competevano all’affittuario ma al Comune.

S. Sabatini:
Che io sappia, no.

C. Verna:

Che io sappia, non ci sono ulteriori novità e, come per tutte le questioni che riguardano le trattative con la Pubblica Amministrazione, la situazione va al rilento. Penso che lo stadio sia un aspetto importante ma credo anche che gli scudetti si vincano con una buona squadra e non con uno stadio bello. Con i tempi dell’allestimento e dell’effettuazione della ristrutturazione, gli effetti benefici del marketing sulla società, connessi al nuovo impianto, si vedrebbero tra diversi anni. Il Napoli, invece, dopo il terzo scudetto consecutivo alla Juventus, deve candidarsi alla vittoria del titolo: per un eventuale quarto scudetto ai bianconeri, infatti, ci sarà da calcolare anche il fattore motivazionale, il che potrebbe favorire gli azzurri, dopo aver sistemato la rosa, partendo da ciò che già funziona e prendendo gli uomini adatti.

A. Antinelli:

 Il 26 marzo ci sarà la presentazione dello stadio in Campidoglio.



5) In prospettiva, per l'anno prossimo: dove e come intervenire per potenziare la rosa?


G. Monti:
Interverrei in difesa e a centrocampo, in attacco per una riserva di Higuain. Il problema è capire la posizione in classifica a fine stagione, che mi sembra già abbastanza definita, e, quindi, quello che si potrà fare in virtù del fatto che si affronterà un preliminare di Champions e ci saranno i Mondiali. Secondo me, sarà un mercato che scatterà molto tardi. Benitez ha bisogno di grandi giocatori, con i quali dà il meglio di sé. È un ottimo allenatore per i grandi club, il che vuol dire avere a disposizione e saper gestire grandi giocatori, operazione in cui è uno dei primi al mondo, con Mourinho, Ancelotti, Capello. Però, ha bisogno di investimenti ingenti sul mercato, non è un massimizzatore dei giocatori di cui dispone, alla Mazzarri. Pertanto, aspettiamoci dalla società un grande mercato che, però, con il terzo posto, ho paura che verrà quantomeno ritardato e non so se, nel momento in cui il Napoli dovesse qualificarsi per i gironi della Champions, basteranno pochi giorni per cambiare il volto alla squadra.

S. Sabatini:
Un terzino sinistro, ma solo se Balzaretti non recupera. E un grande attaccante, per dare un'opportunità in più a Garcia.

C. Verna:
Non cambierei certamente l’assetto offensivo: interverrei su difesa e, soprattutto, centrocampo, perché non sempre Benitez riesce ad avere una coppia ben assortita. Inler, adesso, sta giocando meglio con Jorginho al fianco ma, durante la prima fase della stagione, non mi è piaciuto per niente, lo vedevo un po’ fuori dagli schemi di Benitez. Per essere supportato, dunque, ha bisogno di Jorginho ma il rischio è la rinuncia a Behrami, il miglior giocatore di interdizione del Napoli. Su Inler credo debba esserci un cambio, non perché non penso che non sia un buon giocatore ma per una questione di compatibilità con il tipo di gioco che pratica Benitez. Lo stesso Hamsik sta avendo difficoltà contro difese che giocano alte, che portano il ‘3-1’ offensivo a diventare quasi un ‘4’ e lo slovacco, che cerca lo spazio per inserirsi e trovarsi dove non te lo aspetti, soffre.

A. Antinelli:
La Roma dovrebbe acquistare un giocatore per reparto e, prima di tutto, un attaccante centrale da 20 gol.




6) Risultato finale al San Paolo domenica?

G. Monti:

1 – 1.

S. Sabatini:

6) 1-1.

C. Verna:

Sarà difficile, per il Napoli, ripetere una delle migliori partite dell’era Benitez, anche se, all’indomani della prima vera arrabbiatura del mister, potrebbe esserci una scossa. Certo, la Roma non è quella degli otto successi consecutivi e, con Totti in dubbio , come Strootman, infortunatosi durante il match con la nazionale, dovrà far fronte all’assenza di De Rossi. Potrebbe esserci un buon risultato ma sarà difficile ripetere la stessa prestazione offerta in Coppa Italia.

A. Antinelli:

Prevedo un pareggio, e' il risultato che per la Roma blinderebbe il secondo posto, al Napoli non servirebbe a nulla.


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