L’occasione era quella buona: la Roma impegnata nel derby, la possibilità di allungare la distanza, di accorciare il campionato. La partita preparata a dovere, la squadra pronta e carica, nella sua formazione migliore, una trasferta difficile ma sicuramente non impossibile.
Inutile parlare, almeno
in questa sede, dei meriti del Verona che non ha mollato certo, che ci ha
creduto fino alla fine.
Inutili anche i
riferimenti agli errori arbitrali.
Questo è il momento di
parlare di superbia, di eccessiva sicurezza, di presunta imbattibilità, di una
forza che si manifesta solo quando le cose si mettono bene. E finalmente di
questo parla anche Antonio Conte, senza nascondersi dietro il suo delirio di onnipotenza. E sono davvero dure le sue parole : la
prestazione di Verona, che può essere addirittura considerata una sconfitta, è
commentata senza mezzi termini non solo negli spogliatoi , ma anche davanti ai
giornalisti. “Serve un bagno di umiltà” questo l’esordio dell’allenatore, niente
di più vero! E’ molto grave che una squadra come la Juve possa pensare di
rilassarsi, di avere sempre il comando facile della partita, di palleggiare
aspettando il fischio finale. Serve maggiore concentrazione, maggiore
attenzione, non basta una buona costruzione del gioco. Per questo, tutti in
punizione: tutti al campo di allenamento nonostante il riposo settimanale,
tutti a lavorare, analizzare errori, recuperare concentrazione.
Il problema è che la
Juve soffre di vere e proprie amnesie:
non si tratta sempre di uno
smarrimento totale come abbiamo visto sul campo di Firenze, perché a soffrire
domenica sono stati alcuni singoli, forse alcuni settori.
Sta diventando,
infatti, un vero e proprio assioma : la Juve in assenza di uno dei tre
difensori titolari prende goal. E’successo a Cagliari, ancora contro la
Sampdoria e contro la Roma in Coppa Italia, e nel caso della partita di Verona
Caceres non è riuscito a sfatare questo tabù. La coppia Chiellini-Bonucci dorme
sul primo goal, a questi si aggiunge Ogbonna che si addormenta sul secondo.
Conte ha addirittura parlato di “cercare alternative” nel modo di porre la
linea difensiva. Tutto questo francamente mi sembra preoccupante anche in
prospettiva mondiale.
I problemi più gravi,
però, domenica li ha creati il centrocampo: Pogba e Vidal sono risorse
importantissime, inutile ripeterlo, tanto grandiosi nei loro momenti di gloria,
altrettanto disastrosi nelle loro giornate no.
E’vero che le gerarchie si sono formate in seguito, e grazie, alle
ottime prestazione fornite nella prima parte del campionato, ma nessuno deve
avere la presunzione del posto assicurato: è ora di iniziare a pensare seriamente ad un
probabile reinserimento di Marchisio.
In alcuni casi la
squadra non è sembrata abbastanza sicura di poter gestire il vantaggio, e se è
vero che partite come questa non compromettono definitivamente un campionato
(sarà vero?), sono quelle che nel caso di scontri diretti,e ancora di più in
ambito europeo, posso influire e tanto,e ovviamente in negativo.
Conservare un vantaggio
è importante quanto ottenerlo, e deve essere una capacità proprio di ogni
squadra che vuole ambire a traguardi importanti (non solo in Italia). Addio
salto di qualità, se non si migliora anche in questo senso.
Pensare di avere il
campionato in tasca è l’unica cosa che può farcelo perdere.
Ed è in questo contesto
che maturano le mie preoccupazione riguardo L’Europa League.
In una partita in cui
gli unici segnali positivi provengono dal nuovo arrivato Osvaldo (oltre che da
Tevez ovviamente), forse la mossa di
escludere Quagliarella dalla lista dei convocati per la coppa sembrerebbe
azzardata, soprattutto dopo la sua deludente prestazione nell’ultima sfida
contro la Roma.
Le prossime partite di
campionato saranno entrambe in casa contro Chievo e Torino, potrebbero
consolidare il primato e consentire quindi al gruppo di poter affrontare
l’impegno di coppa con una maggiore tranquillità: l’Europa League riprende alla
fine del mese, e sebbene non abbia affatto lo stesso fascino della Champion’s,
la presenza di numerose squadre italiane, e soprattutto la finale allo Juventus
Stadium sono motivi che la rendono molto più appetibile e che potrebbero
funzionare come motivazione in più per affrontare questo torneo come obiettivo
ugualmente importante.
Si torna in Turchia…
Impegno facile sulla carta, anche se la trasferta di Istanbul ci ha insegnato
che spesso le insidie si nascondono anche al di fuori del gioco
dell’avversario.
Il problema è che
l’Italia, e spero non la Juventus, snobba l’Europa League: l’ultima apparizione
in finale di una squadra italiana risale al 1999.
La Juventus, a parte la
défaillance di Verona, è una squadra ancora tonica, che risponde alle
sollecitazioni del mister nel miglior modo possibile, per cui resta difficile
pensare ad ulteriore calo d concentrazione e di condizione (ameno si spera!). E
se è vero che si tratta di una squadra che fa della sua forza maggiore quella
di non accontentarsi mai, di voler sempre vincere io spero che tutti prendano
sul serio questo secondo obiettivo.
Se la Juventus
riuscisse a superare indenne il mese di febbraio, lo scudetto sarebbe davvero a
un passo e il sogno di alzare una coppa dopo 17 anni sicuramente più vicino.
Ottima analisi. Concordo su tutto. Conte deve (ri)suonare la sveglia come a Firenze...
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